forum di discussione

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22 risposte a “forum di discussione”

  1. GIANIGNAZIO ha detto:

    CIAO STO VALUTANDO LA COSTRUZIONE DI UNA CASA IN LEGNO, HO FATTO DIVERSE PROVE ACQUISTANDO DEI PANNELLI ISOLANDI DI VARIA NATURA, ARRIVANDO ALLA DECISIONE DI OPTARE VERSO IL SUGHERO. NON MI E’ CHIARO PERO’ LA DIFFERENZA TRA SUGHERO BIONDO E BRUNO E QUALE SIA PIU’ NATURALE.INOLTRE MI CHIEDO SE IN UNA PARETE IN LEGNO SI POSSANO ADOTTARE COLLE (SE SE ESISTONO DI TRASPIRANTI) PER IL FISSAGGIO DEI PANNELLI, PERCHE’ REPUTO IL FISSAGGIO MECCANICO ( OTTIMO PER PICCOLI SPESSORI) NON ECCELLENTE PER SPESSORI IMPORTANTI ( 28CM) POICHE’ COME SI TROVA SU INTERNET DEFINITO FISSAGGIO PUNTUALE. ATTENDO VS RISCONTRO

    • Giovanni ha detto:

      buongiorno Gianignazio,
      Il sughero bruno è quello trattato termicamente. Il trattamento termico lo rende più espanso e quindi più termicamente isolante. inoltre il processo di cottura a vapore consente l’incollaggio automatico delle fibre tramite l’estrazione della suberina naturale. Il sughero biondo non è trattato termicamente quindi incollato con colle sintetiche e meno isolante. Il solo fisasaggio meccanico di pannelli non è consigliabile per varie ragioni. Una tra queste è quella meccanica di effetto trazione che può svolgere la decompressione generata dal vento sul fronte opposto a quello di arrivo, con particolare riferimento all’angolo dell’edificio. Il secondo motivo è che se si verifica un incendio in interno, il calore fa saltare i vetri delle finestre. Se i pannelli sono accostati ma non incollati alla parete, vi è un consistente pericolo di veloce propagazione della fiamma lungo l’intercapedine tra pannello e facciata, fino alla copertura. Esistono colle idonee al sughero e traspiranti. Un ultimo appunto: visti gli spessori in considerazione la soluzione del cappotto non è a mio avviso quella più efficiente sotto il profilo di investimento. Cordiali saluti, Giovanni Sasso

  2. stefano ha detto:

    ri-buongiorno Giovanni, oggi sono pieno di quesiti; pensando ai tubi radianti a soffitto, è possibile intonacare con argilla cruda? non ci sono problemi derivanti dai tubi radianti? altrimenti quale materiale consigli di utilizzare per l’intonaco sopra i tubi?

    grazie
    Stefano

    • Giovanni ha detto:

      Buon giorno Stefano, senz’altro è possibile, ma non solo, il comportamento di stabilizzazione termica (=efficienza impiantistica e comfort) e dell’umidità data dall’argilla è 3 volte superiore a quella di calce e cemento. E il rischio crepe inferiore. Magari a breve ci scriverò su. tutti vanno bene, ma i comportamenti 8e gli accorgimenti di messa in opera) sono diversi. Argilla forever.

    • Giovanni ha detto:

      Ah se ti interessa ho deciso di dedicare questo sito all’attività professionale più specifica e spostare tutte le mie riflessioni e chiacchiere su un mio Blog dedicato. Si chiama materialisostenibili.it. A presto. Giovanni

      • stefano ha detto:

        un grazie! grazie! grazie consigli preziosissimi e come sempre spiegati in maniera comprensibilissima

        buon lavoro
        Stefano

  3. stefano ha detto:

    buongiorno Giovanni,
    il mio quesito è legato alla ristrutturazione di un appartamento con soffitto alt. 278 cm; volevo sostituire l’attuale impianto di riscaldamento a termosifoni con caldaia a condensazione e pannelli radianti, avevo letto un suo consiglio che diceva di non utilizzare quelli a pavimento ma di preferire quelli a parete; la scelta e i problemi che mi si pongono (oltre a quello economico) sono: 1) pannelli a pavimento, dovrei rimuovere l’attuale ceramica,rimuovere il massetto per un’altezza sufficiente ad installare un impianto a secco e posare il pavimento/parquet sopra i pannelli (soluzione più consolidata tra gli impiantisti) – 2) pannelli a parete, sicuramente efficaci ma problematici per il posizionamento di mobili e per “l’incubo” di dove attaccare un quadro, in realtà diventerebbe un problema serio lo spessore necessario alla posa in alcune stanze – 3) pannelli a soffitto, dal punto di vista spazi potrebbero essere perfetti (ho un dubbio se lo spessore necessario potrebbe creare dei problemi di abitabilità scendendo sotto i 270 cm) per il resto il dubbio è solo mio (e della mia ignoranza) ma il caldo che parte dall’alto raggiunge la parte bassa (pavimento) o la senzazione sarà sempre quella di avere freddo ai piedi?
    grazie in anticipo e buon lavoro
    Stefano

    • Giovanni ha detto:

      buongiorno Stefano,
      la prima domanda necessaria è dove si trova il tuo appartamento e che prestazioni energetica ha.
      Supponendo che si trovi a Rimini o in una zona climatica similare, di regola la prima cosa da sostituire in un bilancio costi benefici è la caldaia. Dipende ovviamente dall’efficienza della tua caldaia attuale, ma ipotizzando che si tratti di un prodotto metà anni ’90 a bassa efficienza, in linea di massima può valere la pena sostituirla. Tieni conto che una caldaia nuova a condensazione e modulante abbinata a pannelli radianti può raggiungere un’efficienza del 100% e oltre, arrivando con lo sfruttamento del potere calorifero superiore a valori anche di 105%.
      una prima verifica si può fare così: dall’ultima prova dei fumi leggi l’efficienza dell’attuale caldaia. Tieni conto che i valori letti sono quelli al focolare e non quelli complessivi, per cui andrebbero ulteriormente decurtati. Bolletta annua: 1000€. Efficienza caldaia attuale: 80%. Efficienza caldaia nuova: 100%. Costi di riscaldamento dopo sostituzione: 1000 / 100 * 80 =800€.
      Costo di sostituzione caldaia: 2000€. Costi al netto delle detrazioni 55%: 900€. Tempo di ritorno: 900 / (1000-800) = 4,5anni ca.
      Ovviamente la verifica fatta da un professionista può essere infinitamente più dettagliata, ma in questo caso sono briciole.
      Il sistema di emissione del calore più efficiente dipende dalle dispersioni. Se disperde molto ci vuole il pavimento. Se disperde mediamente il migliore dal mio –>personale<– punto di vista è la parete.
      Tralascio qui le lunghe motivazioni. Il sistema di ristrutturazione più semplice è di lasciare tutto come sta, agganciarsi alle tubazioni esistenti al punto di uscita dal muro con tubo radiante classico da pavimento tipo diametro 17, stendere tutta la serpentina a parete su e giu su nastro a clip, intonacare a due riprese. Se intonachi con calce o cemento serve una retina portaintonaco sulla finitura. Se intonachi con argilla no. Ma il comportamento termo-igrometrico è 3 volte superiore. La parete mediamente impegna 1/3 della superficie calpestabile (ma il calcolo va fatto bene prima dei lavori). la soluzione ottimale è limitarsi al primo 1,5m di altezza. in tale caso non ci sono problemi per i quadri. Altrimenti se ci sono limiti di superfici disponibili si va a tutta altezza e i quadri vengono appesi in alto con filo da pesca.Spessore 4cm. Pannelli a soffitto minore efficienza (al di là delle polemiche tra aziende vedasi la norma: UNI TS 11300) e piedi freddi.
      Buone riflessioni!

  4. Mailcol U ha detto:

    Salve, le scrivo perché mi chiedevo, relativamente alle costruzioni di paglia, se è possibile fare un cappotto termico di paglia ad un’abitazione esistente, avrei intenzione di fare degli interventi di riqualificazione energetica alla mia abitazione, è possibile fare un cappotto di paglia? Altrimenti quali altri materiali e tecniche sostenibili esistono per questo tipo di interventi? Leggevo di pannelli in fibra di legno, sono accessibili come prezzi? Hanno delle controindicazioni?
    La ringrazio anticipatamente.
    Cordiali saluti,
    Maicol

    • Giovanni Sasso ha detto:

      cappotto in balle di paglia: è particolarmente difficile realizzarlo perchè le ballette hanno uno spesore minimo di 40cm, per cui non è possibile tassellarle e va costruita una controparere portante ad hoc, con i relativi costi. dal punto di vista urbanistico i cappotti sono esentati dal calcolo della superficie dell’abitazione fino a 10cm e quindi il nuovo cappotto da 40-45cm farebbe superficie: occorre averne di di sponibile. Tacendo che il sistema, di per sè abbastanza complesso, oltretutto non potrebbe essere certificabile e quindi nessuno lo garantirebbe. Consiglio metodi diversi.

      • Maicol ha detto:

        Grazie per le informazioni Giovanni, non sapevo che i cappotti fino a 10cm fossero esenti, quindi se volessi fare un cappotto di 10cm non è necessaria alcuna autorizzazione del comune per partire coi lavori?
        Grazie ancora

  5. marta liguri ha detto:

    a che temperatura percepiamo l’acqua? grazie

  6. Fabio (TO) ha detto:

    salve, vorrei sapere quanto deve essere il carico termico annuo massimo di un immobile residenziale. Grazie

    • Giovanni ha detto:

      non esiste un limite fissato per il carico termico, che stabilisce qual’è il fabbisogno istantaneo nel giorno più freddo dell’anno. Il limite è invece sul fabbisogno nell’intero periodo di riscaldamento. Ovviamente in qualche modo i due dati sono correlati e viaggiano di pari passo, per cui il valore potrebbe presentarsi simile a quello del fabbisogno (es: fabbisogno 70kWh/mqa = carico termico 70W/mq ca.), seppure con scostamenti potenzialmente anche notevoli.
      Il carico termico in ogni caso è molto più semplice ed immediato da calcolare del fabbisogno, in quanto pari alla somma di tutte le dispersioni nel periodo più freddo secondo UNI5364.

  7. Luigi roma ha detto:

    l’anno scorso nell’ambito della ristrutturazione di casa su suggerimento del mio tecnico ho sostituito la caldaia che produceva il riscaldamento e l’acqua calda con una pompa di calore. Da allora ho il problema che non riesco a fare la doccia con acqua sufficientemente calda. Potete darmi qualche suggerimento? Grazie

    • admin ha detto:

      La risposta non è semplice nè univoca in quanto ci sono molte variabili. Il problema si verifica solo in inverno? E’ presente un accumulo? La pompa di calore non disponendo della potenza istantanea di una qualsiasi “caldaietta” ha bisogno di lavorare con un accumulo (=bolier) per produrre acqua calda sanitaria. Se c’è l’accumulo significa che: (alternativamente)
      1) occorre solo settare una maggiore temperatura di produzione dell’acqua calda nel pannello di controllo
      2) la PdC non ce la fa.

  8. Giovanni Sasso ha detto:

    E’ molto semplice.
    1) Il nostro fisico è molto sensibile alla temperatura radiante: la temperatura che percepiamo è data dalla media tra la temperatura dell’involucro e dell’aria che ci circondano: (a+b)/2
    Così capita spesso in edifici datati che il termometro misuri l’aria come calda e noi percepiamo freddo a causa di pareti intorno ai 17°C e vetri a 15°C.
    esempio: T aria 24°C; T pareti 17°C –> T percepita = (24+17)/2 = 20,5°C
    Questo solo in linea teorica e senza tenere conto dei ponti termici dei balconi e degli angoli, che abbassano anche di 4° la temperatura. E senza tenere conto degli spifferi. Ovviamente più siamo vicini all’involucro e più ne risentiamo l’infuenza. Inoltre avere forti differenziali termici genera discomfort e oltre i 3°C di differenziale si generano moti convettivi dell’aria, che aggravano la situazione. Nel caso di un edificio passivo nel periodo più freddo l’involucro avrà temperature intorno ai 19,4°C in maniera quasi omogenea e i vetri di 18,4°C (Bologna Testerno: -5°C). Sarà inoltre garantita la tenuta all’aria e assenza di spifferi. Tali differenziali di temperatura non sono percepibili e non generano moti convettivi.
    2) il metodo di riscaldamento ad aria in linea teorica è poco efficiente in quanto l’aria a differenza dell’acqua è un ottimo isolante e di conseguenza conduce con difficoltà il calore. In linea pratica è molto efficiente in quanto si tratta di materiale a basso carico termico e l’ambiente ad aria puà essere scaldato immediatamente. Ciò si adatta soprattutto per utilizzi saltuari. Il fabbisogno d’aria di una casa passiva è estremamente ridotto e tale da essere garantito dal solo ricambio d’aria igienico, senza extraventilazione (come avviene di solito).
    3) Il modo più veloce per scaldare un ambiente per il weekend è ad aria. Il modo più confortevole ad acqua sulle pareti perimetrali. Non è opportuno dal punto di vista del comfort lasciare raffreddare completamente la casa, che nel caso di solo impianto ad aria andebbe conservata ad una temperatura minima. Se si tratta sempre di utilizzo saltuario e si vuole avere comfort da subito senz’altro propongo l’utilizzo di pareti radianti che mi consente di andare a temperature maggiori e avere maggior velocità di riscaldamento. Abbinerei il tutto con un sistema domotico leggero che mi avvi il riscaldamento tramite sms in maniera da anticipare l’accensione.
    4) l’acqua calda sanitaria viene prodotta dal pannello solare e dalla pompa di calore, che richiedendolo può raggiungere i 70°C di riscaldamento. Il pannello solare con orientamento e inclinazione ottimale funziona in giornate di sole anche d’inverno quasi indipendentemente dalla temperatura estrena. Non credo che tuo marito usi l’acqua oltre i 50°C perchè sarebbe ustionante. (non è l’aria della sauna, che si sopporta anche a 60-80°, è acqua e trasmette il calore istantaneamente!). Per una bella doccia calda bastano 45°.
    saluti,

    • Carla B. ha detto:

      Buongiorno , avrei ancora qualche curiosità: la pompa di calore è unica? dove viene collocata? se d’inverno cala il suo rendimento e i pannelli solari certamente sono in difficoltà devo supplementare…con il bue e l’asinello? o altro? e nelle stanze servono dei condizionatori o altro? servono delle serpentine a muro o a parete?

      • Giovanni Sasso ha detto:

        la pompa di calore è un’unica macchina grande per un appartamento quanto una caldaietta. Si può installare in verticale in un ripostiglio o in orizzontale nel controsoffitto di un disimpegno. La pompa di calore ce la fa a riscaldare fino a -20°C; la questione non è se ce la fa ma che a quelle temperature rende meno di un impianto a gas. Il fatto è che quelle temperature nella vita di utilizzo di una macchina non capitano tante volte da comporometterne l’efficienza globale.
        In effetti sotto i -20°C per un periodo prolungato potrebbero esserci problemi.
        Soprattutto per bellezza, ma anche per fare lavorare meno la macchina (ed essere più ecologici) io consiglio di installare in ogni caso un caminetto con vetro. Questo risolve qualsiasi problema.
        L’immissione dell’aria calda/fresca nelle camere avviene attraverso delle feritoie o griglie collocate di solito sopra la porta.
        Pannelli radianti a parete sono utili per integrare calore soprattutto nei bagni (perchè nei bagni l’aria viene aspirata, quindi vi arriva l’aria che ha già ceduto il calore agli altri ambienti) e se la casa ha un uso saltuario e non si vuole mantenere una temperatura minima nei periodi di inutilizzo.
        In ogni caso se scegliamo di integrare con il radiante basteranno 2-3 metri quadri a camera.

        calcolo:
        (il radiante rende ca. fino a 70-100W/mq, il carico massimo dei locali (= richiesta di potenza nel giorno più freddo) è di 10W/mq, (che vengono già forniti dall’aria calda). Quindi una stanza da 20mq ha un carico massimo di 20mqx10W = 200W che possono essere forniti da 2mq di radiante anche spegnendo il ricambio d’aria). Naturalmente non si tratta di arrivarci, ma di arrivarci bene: se entro in casa completamente fredda dopo lungo tempo e riscaldo sia con aria che con radiante non ho l’effetto aria calda e muri freddi.

  9. Carla B. ha detto:

    Faccio una dovuta premessa: sono una terribile freddolona, la mia casa in inverno viaggia mediamente sui 30° all’interno, con noi in maglietta, l’unico posto dove sto bene è sotto il piumino ; il problema di mio marito invece sono le docce a 60° gradi , per lui l’acqua non è mai calda; dobbiamo realizzare una seconda casa a Bologna a standard passivo che non sarà sempre aperta, molto probabilmente sarà utilizzata solo nei weekend. Quale sistema di riscaldamento conviene utilizzare? Mi hanno proposto la sola ventilazione, ma mi da sempre una impressione di essere poco costante e insufficiente. Avete qualche spiegazione che possa cambiare questa mia idea ? La pompa di calore come funziona d’inverno? Mi conviene prevedere delle serpentine a pavimento o a parete?
    Grazie Carla

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