Ugo Sasso, il bioarchitetto pioniere che coniò il concetto di “progetto ecologico”

ci pregiamo di pubblicare un bell’articolo di Mariangela Martellotta su architetturaecosostenibile.it che rende omaggio al Pioniere della Bioarchitettura Ugo Sasso e ci menziona come prosecutori del suo insegnamento. grazie, Giovanni Sasso

ugo-sasso-bioarchitetto-aDa studente di Carlo Scarpa a presidente dell’INBAR, il contributo di Ugo Sasso è stato sempre ricco di spunti e riflessioni sul fare architettura secondo strategie ecosostenibili ma con un’attenzione particolare alla tradizione italiana: è a questo architetto che dobbiamo l’introduzione del concetto di “progetto ecologico” che gli è valso il titolo di pioniere della bioarchitettura. Nel 1987 la Commissione Mondiale sull’Ambiente e sullo Sviluppo Bruntland introduce il concetto di sviluppo sostenibile definito come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Il 14 marzo 1990, tre anni dopo Bruntland, viene fondato l’INBAR – Istituto Nazionale di BioArchitettura, nel cui testo viene definito il termine bioarchitettura che viene registrato per proteggerlo da usi e definizioni scorrette: la bioarchitettura è prima di tutto una disciplina progettuale che, attraverso profondi studi svolti da équipe di professionisti di varia natura (medici, architetti, ingegneri, etc…) cerca di dare una risposta all’origine di alcuni problemi che attentano alla salute dell’uomo e dell’ambiente in epoca contemporanea.La figura del bioarchitetto è stata creata da Ugo Sasso che rappresenta il nesso tra l’architettura moderna e quella della tradizione in cui sopravviveva l’idea di costruire “a regola d’arte”; un genere di edilizia in cui la posa della prima pietra assumeva un significato rituale di cui si è persa la traccia all’ombra della cementificazione diffusa.

CHI ERA UGO SASSO?

Nacque ad Asmara il 13 Gennaio 1947, crebbe in Veneto e si laureò nel 1971 con Carlo Scarpa. Fino al ’75 dirige di recupero urbano in diversi paesi del Medio Oriente per poi aprire uno studio professionale a Bolzano e uno a Colonia.
Contemporaneo quanto basta per comprendere le difficoltà in cui l’ambito architettonico versa, per il difficoltoso raggiungimento della qualità dell’abitare, è scomparso oltre quattro anni fa, il 9 gennaio 2009, travolto dalla corrente marina mentre faceva il bagno nell’isola di Margarita, in Venezuela, durante un viaggio verso Berkley.
Inserito nell’elenco degli esperti del Ministero degli Esteri, è tra i fondatori nel 1987 della Vereinigung für Baubiologie , un’associazione che per la prima volta si occupava della “baubiologie”, cioè “biologia del costruire”, e che perseguiva l’obiettivo della “casa salubre”.
Nel 1991 fonda e riveste prima il ruolo di direttore generale per sei anni, poi quello di presidente dell’Istituto Nazionale Bioarchitettura, allora presente come sede solo a Bolzano e diffusosi successivamente con sedi provinciali in tutta Italia.

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PERCHÈ UGO SASSO È CONSIDERATO UN PIONIERE DELL’ARCHITETTURA?

“Per una serie di motivi connessi con fattori economici, educativi e più in generale culturali, l’architettura (ed i suoi artefici) pare abbia dimenticato le ragioni e quindi gli obbiettivi del suo fare. Sicuramente le ragioni economiche, che comunque seguono dinamiche autonome e di difficile incidenza, svolgono in ciò un ruolo preponderante. Parrebbe invece più abbordabile, e sicuramente opportuna all’interno di un processo formativo che volesse occuparsi di ecologia applicata alla progettazione, una riflessione incidente sugli aspetti culturali, sulle motivazioni e dinamiche del fare, in grado di contribuire a ribaricentrare strategie, finalità, traguardi, obiettivi”. (Ugo Sasso)

Ugo Sasso è noto come il padre del costruire sostenibile dal momento in cui coniò il concetto di “progetto ecologico” che superava quello di mera costruzione per elevarsi ad un livello superiore: nell’edificio si sarebbero dovute concentrare materialità e tecnologia insieme, e con pari peso, alla qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare.
Perseguì quella che era un’eco-architettura a misura d’uomo, che stimolò un’intera generazione di sensibili architetti e di giovani studenti dei suoi corsi universitari a costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile. Nel ricco panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso offrì il proprio contributo ricco d’italianità: antropocentrismo come priorità e non come optional, una sorta di rinascimento dell’Architettura.
Il concetto di ecologia, che ormai negli anni ’90 era entrato a far parte dell’immaginario non solo internazionale ma anche nostrano, assieme al concetto di sostenibilità, cominciò a essere associato dai bioarchitetti anche all’architettura, una disciplina che fino ad allora non si era posta il problema legato alla convivenza edificio-ambiente-essere umano.

Ugo Sasso fu non poco critico nei confronti delle istituzioni universitarie che, considerava avare d’informazioni e di indicazioni operative;  nello stesso tempo era scettico nei confronti dei mass media che instillavano nel pubblico l’idea di poter vivere bene nella propria abitazione semplicemente rivolgendosi ad un professionista affermato, anche se intorno il sito fosse risultato deturpato, contaminato, sconvolto da chissà quale piaga. Il bioarchitetto oltre ad essere erudito in tema di sostenibilità avrebbe dovuto anche essere collaborativo con i colleghi e con la gente coinvolta nel progetto, proprio perché solo la partecipazione avrebbe generato risultati incontestabili, dato che sarebbero già nati come condivisione di idee comuni.

PROGETTI E COLLABORAZIONI

Oltre ad essere egli stesso un valente professionista, Ugo Sasso collaborò con grandi personaggi dell’architettura della sua generazione.
Con Carlo Scarpa, Sasso è stato direttore scientifico della “Rivista di bioarchitettura” con sede a Padova e che quest’anno compie vent’anni di vita, ed ha tenuto corsi e master in numerose università italiane.
Con il noto urbanista Rob Kier condivise le strategie ecologiche per superare l’idea di periferia, organizzando convegni, incontri e lectio per far comprendere gli obiettivi di sostenibilità cui era – ed è tuttora – necessario perseguire in nome della salvaguardia e riqualificazione del tessuto urbano.
Con Lucien Krollpadre dell’architettura partecipata, organizzò dei corsi sul tema della partecipazione affinché venisse inculcata nei professionisti e negli enti pubblici la consapevolezza che senza condivisione delle idee non è possibile progettare qualcosa di adeguato alla esigenze della maggioranza e sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale.

ipes conominio villaverde bolzano ugo sassoOltre a numerosi interventi di recupero e restauro per privati, realizzati secondo principi di bio-ed eco-compatibilità, nel 1994 ha progettato il primo condominio pubblico ecologico italiano per conto dell’Istituto per l’edilizia abitativa agevolata di Bolzano e l’anno successivo, su incarico del comune di Bolzano, il Centro ambientale al Colle, una struttura museale per ricerca, mostre, conferenze, con annesso ostello e impianto di fitodepurazione, sita in un complesso forestale. Per il Comune di Roma, ha progettato il recupero abitativo di una ex scuola occupata e nel Mantovano ha dato il suo contributo per una ditta privata che ha costruito un complesso ecologico. Per conto del comune di Jesi ha progettato il Centro ambientale nell’oasi di Ripabianca del WWF.
Svolse consulenze per l’adeguamento ecologico della normativa presso la regioni Marche ed Emilia Romagna e venne nominato consulente per l’attuazione di programmi comunitari nel settore ambientale per i Centri di formazione tedeschi (Zip) e austriaci (Ibis).
Nel 2002 vinse il premio Aniacap 2002 con un progetto di Edilizia Popolare di via Bari a Bolzano di cui si è occupato anche la trasmissione televisiva “Report”.

L’EREDITÀ DI UGO SASSO

Oggi l’INBAR organizza corsi e seminari per approfondire i temi della costruzione e del recupero ecologico, ha contatti con altre associazioni estere e vi fanno parte diversi professionisti di tutta Italia.
Dal 1999 inoltre esiste una realtà multidisciplinare, chiamata “Sassobrighi 100% Bioarchitettura” che, ereditando il sapere di Ugo Sasso e continuando ad approfondire la sua ricerca, si occupa di bioarchitettura in tutte le sue sfaccettature, dalla consulenza alla certificazione energetico-ambientale, dalla scelta dei materiali alle applicazioni, fino all’impostazione qualitativa e percettiva del progetto.

leggi l’articolo originale su architetturaecosostenibile.it

http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/in-italia/ugo-sasso-bioarchitetto-progetto-ecologico-144.html



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